Rallenta. Anche se vai di corsa. Potresti trovare qualcosa
per cui vale la pena fermarsi.
Anche tu credi che la vita sia diventata sempre più
frenetica?
Che la fretta, l’urgenza e la foga invadano le nostre vite?
Che oggi l’ascolto dei propri ritmi sia faticoso e ci si
alleni sempre meno a praticarlo?
Eppure ci sono almeno un paio di regole non scritte, non
codificate, ma di buon senso che tutti potremmo fare nostre.
La prima è sapersi ascoltare. Saper dare ascolto al proprio corpo.
Siamo sempre troppo impazienti di esaurire la lista delle
cose da fare durante la giornata. E così ci vietiamo di prenderci una pausa,
anche solo per capire il senso di tanta precipitazione. Per verificare se
questo ritmo è utile per noi.
La seconda è saper mantenere il ritmo del proprio cuore.
In questa folle frenesia, ci dimentichiamo di noi stessi e
delle esigenze del nostro fisico. A volte, paradossalmente, ci concentriamo di
più sulla voce della nostra mente lasciando il corpo in disparte.
Imparare a prendersi cura di sé dovrebbe perciò partire dal
cuore che rappresenta, meglio di qualsiasi altra cosa, l’armonia tra fisico e
psiche.
Ascoltare il nostro cuore, non solo inteso in senso
romantico, i suoi battiti veloci o rallentati, da a tutti noi una misura
soggettiva del tempo da usare di continuo per il nostro benessere.
Peccato che non sia sempre così facile! “Per sapere che cosa
vuole il tuo corpo - dice Gil Reyes a Andre Agassi in Open, la biografia del
tennista - per capire che cosa gli serve e che cosa no, devi essere un po’
ingegnere, un po’ matematico, un po’ artista e un po’ mistico.”
Commenti
Posta un commento